La tratta delle “schiave” che attraversa il confine tra il Nepal e l’India | testo e foto di Violeta Santos Moura

Il fenomeno si è aggravato dopo il terremoto del 2015. Prima del sisma 10-15mila persone all’anno venivano costrette a trasferirsi per motivi di lavoro o attività sessuali forzate. Le donne sperano in un lavoro da colf, ma nella maggior parte dei casi finiscono nei bordelli.

 

Il confine di 1.758 chilometri tra il Nepal e l’India, attraversato da centinaia di migliaia di cittadini di entrambi i Paesi senza bisogno di passaporti o visti era già uno dei passaggi più utilizzati al mondo dal traffico di esseri umani. Ma dal terremoto del 2015 che ha ucciso quasi 9mila persone e ha gravemente sconvolto le strutture economiche e sociali del Nepal, quella linea è stata sovrautilizzata da migliaia di uomini, donne e bambini nepalesi che sono scomparsi, troppo spesso per non tornare più.

Prima del terremoto, 10-15mila persone (per lo più donne e bambini) venivano prelevate e portate ogni anno dal Nepal all’India per motivi di lavoro e attività sessuali forzate a fini commerciali. L’anno scorso, tuttavia, le forze di frontiera indiane hanno scoperto che dal 2013 il traffico di esseri umani dal Nepal all’India è aumentato del 500 per cento. Si ritiene che la spiegazione possa essere legata al devastante terremoto del 2015.

La speranza di molte donne e ragazze è quella di un lavoro come collaboratrici domestiche in un Paese del Golfo, ma molte di loro finiscono invece per essere segregate e violentate nei bordelli di Mumbai, Nuova Delhi e all’estero. I “metodi” della tratta sono numerosi: le donne vengono drogate e vendute da estranei, ingannate dai vicini, a volte vendute, consapevolmente o meno, da familiari disperati o da ma- riti violenti, attirate da qualcuno sul web, con una promessa di matrimonio, o allettate dalla promessa di un’opportunità di lavoro o di un ruolo in un film di Bollywood, che sta appena oltre confine. (…)

 

ph. Una delle strade dei divertimenti notturni a Kathmandu.

 

Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 44, acquistabile qui in versione cartacea e in digitale.

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