È il Ciad il Paese più vulnerabile ai danni del cambiamento climatico | Fotoreportage di Fausto Podavini

Dal 2018 a oggi il numero degli sfollati interni in seguito a disastri naturali è quadruplicato e ha raggiunto quota 600mila, mentre sono sei milioni le persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria. Vi si alternano grandi siccità e grandi inondazioni, estati torride e inverni caldi.

 

Il Ciad è uno dei Paesi con il più alto tasso di povertà al mondo. Dal 2018 il numero degli sfollati è quadruplicato, arrivando quasi a quota 600mila, mentre sono oltre sei milioni le persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria in un Paese dove i principali fattori di morte per i bambini al di sotto dei cinque anni sono la malnutrizione e la malaria. Per la sua posizione geografica, il Ciad è il Paese più vulnerabile al mondo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici, che stanno costringendo milioni di persone ogni anno a trasferirsi in altre aree del Paese.
Nonostante sia un fenomeno ormai consolidato da anni, ancora sono pochi e vaghi i riconoscimenti legali per le persone che ne sono colpite. Vengono chiamati sfollati interni, in seguito a disastri naturali. Da non confondersi con i profughi. Alcuni fenomeni causati dal cambiamento climatico, quali alluvioni, siccità ed eventi meteorologici estremi, sono immediati e scatenano di conseguenza reazioni migratorie immediate. Altri, invece, sono lenti e possono influenzare la mobilità umana anche a distanza di decenni o secoli. Questo lavoro fotografico documenta la vita all’interno dei campi sfollati in Ciad, dove risiedono circa 200mila persone. Senza una casa, senza i propri averi, la gente prova a vivere una nuova vita all’interno di tende fatte di lenzuoli, senza assistenza, cibo e un programma governativo. Tra la grande siccità che colpisce il paese e le improvvise grandi inondazioni, con inverni sempre più caldi e brevi, estati lunghe e torride, e stagioni delle piogge sempre più violente, in una situazione sociopolitica sempre in bilico, la numerosa presenza di sfollati interni pone il Ciad in una situazione particolarmente delicata. Situato nell’area del Sahel, il Ciad soffre delle condizioni umanitarie più fragili di tutta l’Africa ed è la perfetta rappresentazione della linea di confine tra quello che era e quello che sarà, immagine simbolo di un mondo futuro che rischia di vivere storie di acqua e sabbia e di chi, nella furia di questi due elementi, è rimasto intrappolato. (F. P.)

 

Ph. Donne e uomini nel campo sfollati di Guilmey, a N’Djamena, in attesa di essere visitati dal personale medico di primo soccorso.

 

Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 56 (ottobre-dicembre 2023), acquistabile qui in formato cartaceo e in digitale.

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