Ma via Padova adesso teme lo snaturamento | Testo e foto di Gabriella Saba

Esistono due progetti, a breve termine, che hanno come obiettivo una radicale trasformazione della celebre strada multietnica di Milano. L’idea è di realizzare otto nuove piazze, corsie preferenziali, nuovi edifici… E la maggior parte degli abitanti si oppone al rischio del ribaltamento sociale.

 

Di via Padova si è letto molto più di quanto si conosca. La strada multietnica per eccellenza, la più meticcia di Milano in cui si affacciano centinai di locali di quasi tutti i Paesi del mondo, ha riempito un’infinità di pagine di giornali e libri, ma tra gli stessi milanesi non è facile trovarne uno che l’abbia davvero frequentata. “Via Padova? Ci sono passato qualche volta”, ti dicono la maggior parte di loro quando parlano di quel micromondo che fino a poco tempo fa emergeva nelle cronache soprattutto per le guerre fra le gang latine e per la commistione di stranieri e artisti senza mezzi alla ricerca di un’atmosfera popolare e prezzi contenuti. Eppure sarebbe consigliato andarci prima che la strada venga ribaltata e diventi un’altra cosa da quella che, con tutti i suoi difetti, si è imposta come una delle più vitali di Milano. Quella con più carattere, più strutturata perfino nelle sue contraddizioni. E dove le culture che si incontrano hanno dato vita a un accogliente unicum in cui è facile sentirsi a casa. È consigliato, dicevamo, perché ci sono due progetti a breve per la sua trasformazione. Il primo è una riqualificazione che coinvolge la prima metà della strada, riqualificazione che è cominciata il 20 febbraio e avrà ambizioni non troppo dirompenti: otto nuove piazze e 230 alberi, corsie preferenziali per rendere più scorrevole il passaggio dei mezzi pubblici, marciapiedi più larghi e piazzole di sosta per i parcheggi. Il secondo è un piano in pompa magna che hanno chiamato Loreto open community (Loc) e ha nientemeno l’obiettivo di rivoluzionare piazzale Loreto e trasformarlo da snodo brutto e infrequentabile in una grande piazza verde e simbolo della Milano olimpica del 2026, un luogo architettonico adattabile a concerti e mercati con zone a cielo aperto sulle terrazze dei tetti di tre nuovi edifici, con 24mila metri quadri resi allo spazio pubblico pedonale e altri 12mila per la piazza. (…)

 

Ph. Nel murale a lui dedicato al numero 89 di via Padova, Dante Alighieri indossa un poncho peruviano.

 

Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 54 (aprile-giugno 2023), acquistabile in libreria e direttamente sul nostro sito, in versione cartacea e digitale.

About author