E i cristiani mennoniti emigrano nelle pianure alluvionali della Colombia | Testo e foto di Luca Zanetti

Liviney è l’epicentro di una nuova colonia di agricoltori, organizzata secondo i criteri del patriarcato e formata soprattutto da messicani e argentini. Strade, scuole, chiese ed elettricità sono i beni comuni che ogni famiglia, tutt’altro che ostile alla modernizzazione, finanzia in base alle dimensioni della sua proprietà.

 

SE VIVI IN MESSICO, è probabile che assocerai la migrazione alla Bestia, un treno merci lento e sferragliante che inizia il suo viaggio al confine sud del Paese e che viene utilizzato da molti migranti nei loro pericolosi viaggi a nord verso gli Stati Uniti. Ma nello stesso tempo, famiglie di cristiani mennoniti messicani provenienti dagli Stati settentrionali di Chihuahua e Tamaulipas hanno viaggiato nella direzione opposta al sogno americano. Il loro viaggio verso sud li ha portati nelle pianure alluvionali orientali della Colombia e questo fenomeno si può comprendere meglio come parte di un’epica migrazione in corso, alla ricerca di terre, opportunità e libertà dalla persecuzione religiosa, iniziata in Europa occidentale nel Medioevo.

Per raggiungere il luogo in cui si sta scrivendo l’ultimo capitolo della storia mennonita ho viaggiato dalla capitale colombiana Bogotà attraverso la Cordigliera delle Ande orientali e giù, nelle pianure alluvionali apparentemente infinite della provincia di Casanare, fino alla città di Orocue. Da lì ho portato la moto su una piccola barca per attraversare le acque caramellose del fiume Meta, dove vivono i delfini rosa di fiume. Tornato sulla terraferma, ho attraversato il borgo spettrale di El Porvenir, dove la metà delle case è stata abbandonata e inglobata dalla vegetazione. (…)

 

Ph. Una delle tre chiese di Liviney (Colombia), che sono anche scuole.

 

Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 53 (gennaio-marzo 2023), acquistabile in libreria e direttamente sul nostro sito, in versione cartacea e digitale.

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