L’enorme business delle navi mercantili da smaltire e riciclare | Testo e foto di Konstantin Novaković

India, Pakistan e Bangladesh rappresentano il centro globale dell’industria della demolizione dei cargo in disarmo. Le condizioni di lavoro sono impressionanti, il processo di smantellamento dei mezzi “spiaggiati” avviene interamente a mano. Altissimi i rischi di inquinamento e per la salute.

 

Ship breaking è un termine comunemente usato per indicare il processo di smantellamento della struttura di un’imbarcazione, con lo scopo di utilizzarla come fonte di materie prime, soprattutto per i rottami metallici, e per rendere disponibili parti e attrezzature che possono essere vendute e riutilizzate. Oggi una nave raggiunge la fine della sua vita operativa in media dopo 20-25 anni a causa dell’usura dei metalli, della corrosione, della mancanza di parti e in considerazione anche del fatto che le navi più vecchie stanno diventando antieconomiche da gestire. Rispetto all’affondamento o all’abbandono, il riciclaggio è di gran lunga il modo più ecologico ed economico per sbarazzarsi delle vecchie navi, in quanto garantisce il riutilizzo di risorse preziose come acciaio, ferro, alluminio e plastica. In alcuni Paesi, questo settore riduce persino la domanda di ferro estratto e diminuisce il consumo di energia nel processo di produzione dell’acciaio. Tuttavia, il processo di smantellamento ha un prezzo elevato: considerando che solo una minima percentuale delle navi viene gestita in modo sicuro e pulito, la demolizione navale è un’industria pericolosa che espone sia i lavoratori che l’ambiente a un gran numero di rischi. (…)

 

Ph. Il cargo Luna in attesa di essere smantellato sulla spiaggia sabbiosa di Gadani, Pakistan.

 

Il reportage completo è pubblicato su Reportage numero 53 (gennaio-marzo 2023), acquistabile in libreria e direttamente sul nostro sito, in versione cartacea e digitale.

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