Quella guerra tra Iran e Iraq con due milioni di morti | fotoreportage di Manoocher Deghati

Quarant’anni fa, per la precisione il 22 settembre 1980, scoppiò la guerra tra i due Paesi del Medio Oriente. Saddam Hussein decise di invadere la provincia iraniana del Khuzestan, ricca di petrolio, a solo un anno e mezzo di distanza dalla Rivoluzione. Le foto storiche di un grande fotografo.

 

Quarant’anni fa, per la precisione il 22 settembre 1980, scoppiò la guerra tra Iran e Iraq, quando l’Iraq, sotto il comando di Saddam Hussein, invase la provincia iraniana del Khuzestan, ricca di petrolio, a solo un anno e mezzo di distanza dalla Rivoluzione iraniana e dalla deposizione del regime dello scià Reza Pahlevi che portò alla formazione di un regime teocratico sotto la guida dell’ayatollah Khomeini. Lo scoppio della guerra fu la cosa migliore che potesse succedere ai nuovi governanti, unendo la nazione e spostando l’attenzione su un nemico esterno invece che sull’oppressione interna. Le masse furono velocemente mobilitate; i giovani montati da una propaganda permanente, si votarono alla guerra e all’idea di martirio. Un forte nazionalismo iraniano accompagnato dal disprezzo per tutto ciò che era arabo resero le cose ancora più facili per il regime. Bambini e bambine, ovviamente separati per genere, furono resi in grado di avere a che fare con le armi in tenera età e furono fatti sfilare in parate attraverso le città iraniane, rispettivamente in uniforme o in chador, cantando e urlando gli slogan del nuovo regime religioso. Chi avrebbe osato opporsi? “Non c’è ragione per porre fine alla guerra. L’Iraq deve essere occupato, diversamente la nostra Rivoluzione è condannata a fallire”, proclamò l’ayatollah Khomeini. Il suo braccio destro e successore Ali Khamenei aggiunse: “Io, portavoce della nazione, che ho la fiducia del popolo, vi dico: la guerra continuerà fino all’ultima goccia di sangue”. Il prezzo del conflitto fu indubbiamente alto. Durò otto anni e causò circa un milione di vittime da entrambe le parti. Si concluse con una situazione di stallo, anche se entrambi i dittatori dichiararono vittoria. Gli unici vincitori della guerra furono i regimi dittatoriali da ambo le parti, che avevano legittimato il loro potere e condotto a sé il popolo sotto la bandiera del nazionalismo. In Iran tutto ciò continua ancora oggi. (M.D.)

 

 

ph. Un gruppo di mullah, inviato dall’ayatollah Khomeini al fronte di Shalamsheh, il lato iraniano del confine con l’Iraq nei pressi di Abadan, osserva il porto petrolifero di Faw in fiamme all’orizzonte iracheno (questa foto, con altre, vinse il World press photo, sezione storie, nel 1983).

 

Il fotoreportage completo è pubblicato su Reportage numero 42, acquistabile in versione cartacea e in digitale.

 

 

 

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