Marsiglia non è più quella della “chourmo” di Jean-Claude Izzo | testo e foto di Michela A. G. Iaccarino

Nei suoi romanzi lo scrittore francese ha raccontato i bassifondi della città, ma l’avanzata degli hotel e dei ristoranti di lusso oggi ha trasformato la fisionomia urbana. Alla folla di emarginati sono subentrati i borghesi ricchi e gli hipster. Rimane ancora aperto Chez Etienne, che fa “la pizza migliore della città”.

 

La prima parola e il primo passo. La prima pagina insieme alla prima strada. Il libro e la città: volevo entrare in entrambi nello stesso momento. Quando sono arrivata nel posto “dove chiunque poteva scendere da una barca o da un treno senza un soldo in tasca, mescolarsi al flusso degli altri e dire: è casa mia” ho scelto di avere tra le mani non una mappa con le strade tracciate, ma i romanzi di Jean Claude Izzo, lo scrittore che ha dedicato la sua vita e la sua penna a celebrare la litigiosa regina francese del Mediterraneo, Marsiglia. Come avverte la prefazione della trilogia – i libri sono: Casino Totale, Chourmo e Solea – delle storie narrate “solo la città è reale”. Marsiglia è l’unica compagna reputata degna di ascoltare i pensieri del rancoroso protagonista, Fabio Montale, leggendario sbirro di origine italiana come il suo autore. Il poliziotto che procede per le strade a forza di inerzia, lamenti e pistole, rimpianti di gioventù, ama prostitute e i criminali che insegue: “Arabi, neri, gialli ed ebrei”. Francesi, berberi, algerini, tunisini, marocchini. Poi italiani, russi, ucraini, armeni, greci, vietnamiti. È l’umanità in fuga da terre lontane, povertà, guerre, persecuzioni, che mescolandosi in questa costa francese ha creato la chourmo, una parola provenzale che significa ciurma, rematori della galera, un’identità collettiva. (…)

 

 

ph. Un uomo e una donna, all’alba, in un bar nella zona portuale della città.

 

Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 43, acquistabile in versione cartacea e in digitale.

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