Cracovia, l’acciaieria che non rispecchiò i piani di Stalin | Testo e foto di Massimo Vita

Nowa Huta era la “città ideale socialista”, con un’architettura monumentale, ampi viali e un bunker. Arrivò a produrre sette milioni di tonnellate annue di acciaio, ma divenne presto uno dei principali luoghi del dissenso contro il totalitarismo e alla fine passò con Solidarność.

 

Quando Fidel Castro visitò Cracovia, nel 1972 aveva fretta di conoscere Nowa Huta (Nuova Acciaieria), la città ideale socialista. Inaugurò una scuola intitolata a Frank País, maestro e rivoluzionario cubano una scuola, visitò la nuova città, esperimento di ingegneria sociale, e infine l’acciaieria dedicata a Lenin, Huta im. Oggi la foto del líder máximo di fronte agli edifici dell’acciaieria – insieme a quella di Valentina Tereškova, cosmonauta russa, prima donna nello spazio, e a una serie di altri ospiti illustri – fa bella mostra nella bacheca degli uffici semi abbandonati dell’acciaieria Huta im. T. Sendzimira, di proprietà del colosso industriale ArcelorMittal e ora intitolata all’ingegnere e inventore polacco Tadeusz Sendzimir.

Negli imponenti uffici, nelle immense sale, nelle stanze dedicate alle trasmissioni radio e in quelle dove venivano pagati gli stipendi il tempo sembra essersi fermato, tutto sembra sospeso. “In questa acciaieria hanno lavorato fino a 40mila persone” spiega Mateusz Marchocki , la guida turistica della Fundacja promocji Nowej Huty (Fondazione per la promozione di Nowa Huta). “E nel periodo di massima espansione si producevano sette milioni di tonnellate annue di acciaio”, aggiunge mentre ci mostra la magnificenza di un’epoca naufragata. “Qui hanno lavorato mio nonno, mio padre e due dei miei zii, – racconta la nostra interprete Magdalena – e uno dei miei zii continua a lavorare nell’acciaieria”, che negli ultimi anni ha prodotto tubolari in acciaio con una capacità di 250mila tonnellate all’anno. Gli uffici amministrativi non sono più operativi e risultano abbandonati, ma negli archivi sono rimaste le schede del personale. (…)

 

ph. La scheda di un’operaia; sotto, la piazza di Nowa Huta dove fino alla caduta del comunismo sorgeva la statua di Lenin (ora solo nella foto in mostra).

 

Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 42, acquistabile in versione cartacea e in digitale.

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