E Cuba è ancora in una fase di transizione | Testo di Dunielys Díaz Hernández, foto di Julio César García

Le proteste del luglio scorso contro il governo di Díaz-Canel dimostrano che il Paese ha più facce e può prendere diverse direzioni. L’emergenza Covid ha messo alle corde anche l’efficientissimo sistema sanitario, soprattutto a Matanzas. Che cosa vogliono le nuove generazioni.

 

Cuba è, in questo momento, più di un Paese dentro un corpo di isola. È la nazione dei nonni e dei millennials, del comunista con la jeep sovietica rotta e di chi cena con aragoste, dell’intransigente e di chi prega per un passaporto, pentiti e militanti, tutti assieme; una Cuba per gli euro e i dollari americani e un’altra in moneta nazionale, una nazione interna a Facebook e un’altra nei notiziari, il volto delle città e un altro, molto diverso, dell’entroterra. Tutte le facce come versioni della stessa patria.

Più in là dell’ultimo chilometro di asfalto, o sull’asfalto rotto, lontani da mojitos e hotel, senza il rumore delle fabbriche, senza teatri dove sfoggiare vestiti, dove non ha voluto arrivare il neon e da dove vuole andarsene tantissima gente, là restano i luoghi che non appaiono nelle cartoline o nei selfie, che non danno origine ai titoli dei giornali, paesini muti, dimenticati, laggiù, ai bordi di strade lungo cui sono passati un tempo quelli che promettevano progresso.

Un posto può morire di cause naturali o per asfissia, convertirsi in un punto morto sopra la mappa con il proprio nome leggendario, come un epitaffio per ricordare che un tempo, là, donne e uomini hanno sognato di costruire un futuro senza sentirsi obbligati a emigrare. Ne esistono altri che sopravvivono in una specie di trance, si potrebbe dire sospesi nel tempo, immobili, dove la maggior parte delle storie di splendore devi andare a cercarle tra le rovine, dove la architettura ti racconta in modo più franco la storia di un paese. (…)

 

Ph. Una stanze con un malato di covid dell’Ospedale dell’Università di Campaña a Matanzas.

 

Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 48 (ottobre-dicembre 2021), acquistabile in libreria e qui in versione cartacea e digitale.

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