L’inquietante catena di suicidi tra le lesbiche dell’India – Testo e foto di Davide Lemmi e Marco Simoncelli

“Abbiamo lasciato questo mondo per poter vivere insieme. Perché il mondo non ce lo permette”. Queste due frasi sono scritte con il rossetto rosso sul parapetto del ponte Ellis, nella città di Ahmedabad, sul fiume Sabarmati. A poca distanza un piatto di plastica ne riporta altre analoghe: “Questo mondo non ci permette di stare insieme. Quando ci incontreremo di nuovo? Forse nella prossima vita ci rivedremo”. Sono i messaggi che le autorità dello stato indiano Gujarat hanno ritrovato lo scorso giugno, mentre cercavano di scoprire le ragioni che avevano spinto due giovani lesbiche, Asha Thakor, 30 anni, e Bhavna Thakor, 28, a suicidarsi lanciandosi in acqua, subito dopo aver gettato nel fiume anche la figlia di tre anni di una delle due.

La notizia del duplice suicidio ha sconvolto l’opinione pubblica indiana e ha portato alla luce le enormi sofferenze vissute dalla comunità lesbica: donne soggette a violenze, emarginate dalle comunità, obbligate ad accettare matrimoni combinati e, sempre più spesso, sottoposte a “stupri correttivi” o vittime di omicidi d’onore commessi dai loro familiari. La drammatica vicenda di Ahmedabad non è un caso isolato. (…)

 

 

Il servizio completo è pubblicato su Reportage n°38, acquistabile qui in cartaceo e in versione digitale

 

ph. L’attivista di Sappho for Equality, Koyel Ghosh, gioisce con le amiche per la pubblicazione di un suo articolo riguardante le rivendicazioni della comunità Lgbt.

About author