Dubai, la città-baraccone dai due volti quello dei turisti e quello degli schiavi | Testo e foto di Filippo Venturi

L’Expo 2020, posticipato di un anno per via del Covid, ha permesso agli Emirati arabi di ostentare tutta la loro ricchezza e tecnologia, che hanno portato alla realizzazione di false spiagge e piste di neve. Mentre i milionari del mondo stipulano i loro affari, i lavoratori immigrati sono sottopagati e senza diritti.

 

Durante la notte, quando la città dorme, le arterie stradali principali si riempiono di autobus malmessi, sovraccarichi di lavoratori esausti, che hanno terminato il turno di lavoro e che rientrano nei casermoni a loro destinati, nelle periferie più lontane e invisibili ai turisti. È questa la faccia nascosta di Dubai, la “New York del Golfo Persico”, il suo lato oscuro, che comprende mille sfaccettature, compresa quella di un paradiso fiscale in grado di attirare personaggi controversi e soldi quanto meno “opachi”. I lavoratori sono trattati come merce, anche attraverso la cosiddetta kafala, un sistema di sfruttamento che condivide alcune caratteristiche con la tratta degli esseri umani. Il risultato è una schiavitù contemporanea che passa in sordina, oppure viene accettata perché Dubai appare come il paese dei balocchi e al visitatore medio poco importa quale sia il rovescio della medaglia.

Il 2021 è stato un anno importantissimo per gli Emirati arabi uniti (Eau), che hanno celebrato il cinquantesimo anniversario della loro fondazione, il cosiddetto Golden Jubilee. L’occasione ha permesso al piccolo Stato del Golfo di esibire i traguardi finora raggiunti, anche grazie all’organizzazione di Expo 2020 (posticipato di un anno a causa della pandemia di Covid-19), ospitato proprio a Dubai, una città che – durante il giorno – sfoggia superfici urbane riflettenti e tecnologie all’avanguardia, che possono abbagliare ed esaltare e che, nella pratica, prendono la forma di cattedrali del consumismo, dove i turisti possono fare shopping di altissimo livello, oppure riposarsi in spiagge artificiali e torride rese vivibili dall’aria condizionate e da improbabili impianti di raffreddamento. (…)

 

Ph. Alcuni visitatori osservano una proiezione tridimensionale nel padiglione dell’Arabia Saudita nell’Expo.

 

Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 50 (aprile-giugno 2022), acquistabile in libreria e direttamente sul nostro sito, in versione cartacea e digitale.

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