Resistono ad Almeria le scene e gli sceriffi degli spaghetti-western | Testo di Matteo Fagotto, foto di Matilde Gattoni

Resa florida dai film di Sergio Leone, questa provincia della Spagna ospita ancora innumerevoli produzioni cinematografiche con gli stuntman che si tramandano il lavoro di padre in figlio. Sono stati girati qui anche Conan il barbaro e un episodio della saga di Indiana Jones

 

Il pavimento di legno consunto del saloon scricchiola sotto i passi del sessantottenne Rafael Molina. Fuori, in lontananza, il galoppo di un branco di cavalli sciolti rompe il silenzio del deserto circostante. Vuoti e polverosi, i negozi e i magazzini di questa cittadina del Vecchio West sembrano essere appena stati saccheggiati da un branco di cowboy. “Quando ero bambino, tutto questo potevo solo sognarlo”, confessa Molina con malcelato orgoglio. “A quel tempo, la mia unica aspirazione era poter vedere un set cinematografico dal vivo. Oggi, sono il proprietario di uno dei set più famosi della storia del western”.

Ex attore e cascatore, Molina acquistò Fort Bravo alla ne degli anni ‘70. Il forte è uno dei tre set situati presso la città di Tabernas, nel cuore dell’omonimo deserto, nella provincia spagnola di Almeria. Nel corso dei decenni, tra le sue montagne brulle e i suoi aridi canyon sono stati girati oltre 170 western, inclusi capolavori come Il buono, il brutto, il cattivo e C’era una volta il West.

Molina iniziò la sua carriera cinematografica a metà degli anni ’70, quando si presentò, non invitato, sul set di La parola di un fuorilegge… è legge! Le riprese del film, diretto da Antonio Margheriti, si stavano svolgendo alle Isole Canarie, ma l’attrazione di Molina per i western era tale che l’uomo investì tutti i suoi risparmi per comprare un biglietto aereo: “Sul set svolsi qualsiasi tipo di lavoro: operaio, pittore, muratore e infine cavaliere – ricorda – e dopo le riprese rimasi alle Canarie per altri sei mesi, continuando a lavoricchiare qua e là per pagarmi il biglietto di ritorno”.

Molina fa parte di un ristretto e affascinante clan di cowboy e cascatori locali, che lavorano nel cinema sin dall’avvento delle prime produzioni negli anni ‘50. Tra i migliori al mondo nella loro professione, sono in grado di eseguire scazzottate, sparatorie e cadute da cavallo spettacolari. Spesso trasmettono le proprie conoscenze di padre in figlio, in modo da preservare i trucchi del mestiere all’interno della propria famiglia. Imbevuti dei classici dell’epoca d’oro dei western europei, molti personificano i valori dei loro eroi cinematografici: orgoglio, spavalderia, libertà e un rapporto simbiotico con i cavalli. (…).

 

 

Ph. Uno stuntman professionista impegnato nelle riprese di un film sul set dell’Oasys Mini Hollywood.

 

Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 47, acquistabile in libreria e qui in versione cartacea e digitale.

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