Colombia, tra i nativi della Guajira uno dei rari esempi di matriarcato | Testo e foto di Chantal Pinzi

L’importanza delle donne deriva dal loro peso nell’educazione dei figli, nel mantenimento della coesione del clan e nella ricerca di soluzioni pacifiche ai conflitti. Una terra dura, dove la pioggia non cade quasi mai e le poche fonti d’acqua sono state contaminate dalle multinazionali del settore minerario.

 

Sabbia, sabbia e ancora sabbia. Lo sguardo prova ad andare oltre la linea che separa il cielo dalla terra, in cerca di uomini e donne, in uno dei territori più difficili per la sopravvivenza. Il sole a picco non risparmia neanche un centimetro quadrato di questa terra. Il deserto della Guajira, situato nella regione caraibica colombiana, è uno di quei luoghi che non appare ancora su Google maps. Ma da più di diecimila anni, nelle zone periferiche e marginali, tra Colombia e Venezuela, sopravvive la tribù indigena wayuu, o guajiros, una delle ultime dieci comunità indio-americane, che oggi, aggredita dalla fame, vive una fase di progressiva estinzione nell’indifferenza istituzionale.

Quello dei guajiros è un popolo che nel corso dei secoli ha sopportato ogni tipo di violenza. Terra di oro, perle e schiavi, così veniva definita la Guajira nel ‘500, ai tempi di Nikolaus Federmann e dei suoi compagni conquistadores, i quali – in nome della presunta supremazia bianca e con l’auspicio di far germogliare la civiltà – cominciarono una lunga guerra di sterminio dei popoli nativi.

Molto più recentemente, anche i narcotrafficanti e gli squadroni paramilitari colombiani hanno puntato gli occhi sul territorio guajiro e sul proficuo guadagno garantito dalla sua posizione strategica: da un lato l’immediato accesso al Mar dei Caraibi, dall’altro la frontiera con il Venezuela. Ma incontrando un avversario non facile da battere. I wayuu, popolo guerriero, temprato dai diversi tentativi di colonizzazione, organizzò un’importante e solida resistenza e in breve tempo il tasso di omicidi nella zona schizzò al massimo storico: 442 morti ogni 100 mila abitanti. (…)

 

Ph. Un gruppo di giovani donne wayuu in cammino verso il pozzo d’acqua più vicino al villaggio.

 

Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 46, acquistabile in libreria e qui in versione cartacea e digitale.

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