Uzbekistan, il teatro della ribellione che lotta dal 1976 | testo di Matteo Fagotto, foto di Matilde Gattoni

L’Ilkom occupa ancora oggi un ex magazzino di patate di un seminterrato nel centro di Tashkent. Il fondatore si chiamava Mark Weil e fu assassinato nel 2007 da un gruppo di musulmani. “Abbiamo imparato il coraggio da lui e a fare sempre ciò che riteniamo giusto, a prescindere dalle conseguenze”, dice la vicedirettrice. 

 

Il palcoscenico sotterraneo è immerso nell’oscurità più totale, in uno spazio talmente angusto che la prima fila di spettatori condivide il pavimento di legno cigolante con gli artisti. I riflettori abbagliano una coppia di attori che interpreta due giovani malconci e vestiti di stracci, distesi tra vecchi barili e rifiuti abbandonati. All’improvviso, da una porta laterale sbucano tre agenti di polizia, che si dirigono minacciosamente verso il centro del palco. L’opera teatrale ha per titolo Rain behind the wall. Il dramma è ambientato in un non meglio specificato Paese post-sovietico, afflitto da criminalità, corruzione e mancanza di prospettive economiche. A un lato del palco, una band vestita con uniformi della milizia sovietica marca i vari cambiamenti di scena con un sapiente mix di pezzi rock e tracce solenni. Il dramma si sviluppa in un crescendo di tensione, tra abusi polizieschi e ritorsioni criminali. Dopo quasi due ore trascorse col fiato sospeso, il pubblico esplode in un applauso sonoro e liberatorio. Mentre gli attori fanno ritorno nei camerini dopo l’inchino, gli spettatori si avviano verso l’uscita, visibilmente inebriati dall’ennesimo successo della compagnia dell’Ilkhom.

Il teatro, il cui nome significa “ispirazione” in lingua uzbeka, fu fondato nel 1976 da Mark Weil, un visionario regista locale di origini europee. All’epoca l’Uzbekistan faceva ancora parte dell’Unione Sovietica e l’Ilkhom era il primo teatro indipendente di tutta l’Urss. Nonostante le sue opere controverse e provocatorie e il suo veridico approccio alla realtà, l’Ilkhom è miracolosamente sopravvissuto alla caduta del comunismo e alla successiva dittatura di Islam Karimov, un ex apparatchik sovietico che prese le redini del Paese dall’indipendenza fino alla sua morte, avvenuta nel 2016. (…)

 

 

ph. Un’attrice si rilassa nel backstage prima della sua performance.

 

Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 43, acquistabile qui in versione cartacea e in digitale.

 

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