Il confine tra Lituania e Bielorussia non è più solo una linea – portfolio di Jasper Bastian

Molte famiglie sono state lacerate: coniugi, fratelli e amici ora vivono mondi lontani, anche se le rispettive case sono a poche decine di metri. Gli abitanti rievocano “i bei vecchi tempi” quando le frontiere erano libere e le comuni agricole sovietiche in funzione Il confine tra la Bielorussia e la Lituania, due Paesi che facevano precedentemente parte dell’Unione Sovietica, una volta era poco più di un’insignificante linea sottile su una mappa. La gente di queste zone
si relazionavano liberamente l’uno con l’altro. I legami tra le loro vite in comune erano stretti, nonostante la diversa nazionalità. Nascevano nuclei famigliari misti, che creavano un’identità sociale comune.

Con il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991 e la costruzione della frontiera esterna dell’Europa tra la Lituania e la Bielorussia nel 2004, molte di queste città di confine sono state divise. Questo riallineamento territoriale non solo ha separato due Paesi, ma ha anche interrotto le vite, una volta armoniose, degli abitanti di queste zone. Molte famiglie sono state lacerate. Coniugi, fratelli e amici intimi ora vivono lontani mondi interi, anche se le loro case sono – in realtà – a pochi metri dall’altro lato del confine.

Coloro che sono rimasti in queste città lungo il confine lituano sono perlopiù isolati e dimenticati.

La maggior parte di loro rievocano i “bei vecchi tempi” quando le frontiere erano aperte e le proprietà agricole collettive sovietiche erano ancora in funzione. Queste persone, tra cui molti anziani, coltivano con cura le loro tradizioni, pur essendo stati costretti ad affrontare forti cambiamenti sociali ed economici. A causa del loro isolamento e della mancanza di servizi urbani, dipendono principalmente da ciò che la natura offre loro. (j.b.)

 

 

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