Libia e migranti, cronaca di un fallimento – di Francesca Mannocchi foto di Alessio Romenzi

“Fino all’anno scorso avevamo un gommone per uscire in mare e provare a fermare le barche che partivano. Oggi questo ammasso di rottami è tutto quello che resta. Il gommone si è rotto e dalla Guardia costiera di Tripoli non hanno mandato nessun mezzo a sostituirlo. Non abbiamo più mezzi per controllare le coste. Sulle coste libiche succede di tutto”.

A parlare è Isaa, il responsabile della Guardia costiera di Garabulli, una cittadina situata sessanta chilometri a est di Tripoli. Ha più o meno quarant’anni. Indossa i pantaloni di una divisa militare e una maglietta dimessa. Quando lo incontriamo è seduto su una panca di legno,  da solo, con un radiotrasmettitore accanto. Osserva il mare.
La sede della Guardia costiera, che dovrebbe presidiare questa parte di costa desolata, è una casetta di cemento affacciata su un piccolo porticciolo. Spoglia, priva di qualunque mezzo.  Ai lati, due piccoli golfi. (…)

 

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Alessio Romenzi

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