Sud Dakota, il ranch dove si massacrano cervi, alci e bisonti | Testo e foto di Giulia Ricca

Nel suo sito internet, Mark vende vacanze dicendo che possiede soltanto qualche vacca, ma in verità organizza battute di caccia per appassionati che si portano a casa le corna dopo aver squartato gli animali. Chi aderisce viene accolto con queste parole: “Qui riceverai un’educazione”. Il mito dell’America di Trump.

PERCHÉ CI ODIANO?”, mi ha chiesto Lewy. Stavamo chiacchierando sul divano dopo la cena del Ringraziamento, nella loggia del ranch, davanti alla grande stufa. Accanto a noi un gruppo di bambini con cappelli da cowboy facevano rotolare le palle del biliardo su cui gli adulti avevano appoggiato un teschio di animale con lunghe corna, da appendere alle pareti già piene di teste di alci, cervi e bisonti. Altri invitati giocavano a pinnacola sui tavoli di plastica dietro di noi. Lewy mi stava facendo domande sull’università di New York, dove lavoro. Lui era un impiegato delle ferrovie in Sud Dakota quasi in pensione, sposato con Linda, ex insegnante di arte, ora volontaria in chiesa e cuoca nel ranch del fratello Mark.

Avevo trovato il ranch di Mark in un sito per fare volontariato in fattorie di tutto il mondo. Secondo la descrizione era un “cattle ranch”, avrei lavorato con gli animali dell’allevamento e con i cavalli nelle transumanze. Chi ci era stato raccontava di aver imparato a prendere i vitelli al lazo e partecipato ad aste di bestiame, qualcuno aveva scritto di aver assistito allo scuoiamento di un intero watusi, una vacca africana dalle corna gigantesche.

Sono arrivata a inizio ottobre all’aeroporto di Rapid City, piuttosto simile a un motel mai rinnovato dagli anni ’50, arredato con quadri modesti di bufali e cavalli e moquette marrone arachide. Era venuta a prendermi con uno scassato pick up blu un’altra volontaria, una ragazza dell’Alabama che voleva entrare nel business della caccia. Per strada mi spiegava un po’ confusamente le attività del ranch: radunare le mandrie a cavallo, dare da mangiare ai cervi, sparare ai cani della prateria, mungere la mucca, macellare gli animali. A Rapid City ci siamo fermate a comprare degli stivali da cowgirl in un enorme mercato-capannone con “tutto per il cowboy” e una luce a pile per il bagno del nostro trailer da Walmart. Poi per un’ora e mezza, nel viaggio verso il ranch, ho guardato dal finestrino rotto una distesa piatta e monocolore di erba ocra incupita dal cielo. Siamo entrate nel paese di Edgemont costeggiando il cancello di una casa su cui un cartello lilla diceva, in rosso e in stampatello: “Fuck Biden”. (…)

 

Ph. Tre bisonti nelle terre intorno al ranch.

 

Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 55 (luglio-settembre 2023), acquistabile qui in formato cartaceo e in digitale.

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