Acapulco, da meta per nababbi a “patria” dei tuffi | fotoreportage di Camillo Pasquarelli

Ogni giorno, “los clavadistas”, i tuffatori, saltano da una delle due sporgenze della Quebrada, una scogliera alta 35 metri. Terza al mondo per numero di omicidi annui per via del controllo della droga, la cittadina messicana una volta era la preferita dai miliardari e i divi di Hollywood.

 

Acapulco, situata nello stato messicano di Guerrero, detiene il record di terza città al mondo per numero di omicidi all’anno. La sua baia, affacciata sull’Oceano Pacifico, è nota per essere stata uno dei luoghi turistici più iconici del Messico: tra gli anni Cinquanta e Sessanta e oltre, star di Hollywood e miliardari di tutto il mondo affollavano le sue spiagge di sabbia bianca, ballando tutta la notte negli esclusivi night club. Dal 2010, tuttavia, la guerra tra cartelli della droga per stabilire il controllo sullo stato costiero ha avuto un impatto fortemente negativo sulla città: i numeri del turismo internazionale sono crollati vertiginosamente, declassando Acapulco a destinazione turistica per la classe media messicana. Tra hotel abbandonati e un lungomare in rovina, una tradizione peculiare e pericolosa fa ancora eco allo sfavillante passato di Acapulco: ogni giorno, infatti, los clavadistas, i tuffatori, saltano da una delle due sporgenze della Quebrada, il crepaccio, una scogliera alta 35 metri. I tuffatori devono calcolare il momento giusto per gettarsi in un’insenatura larga pochi metri, cogliendo l’onda in arrivo per evitare l’impatto con l’acqua durante il momento della risacca. Un errore può essere fatale e anche se finora non è morto nessuno, molti tuffatori sono incorsi in gravi infortuni. Non a caso, in cima al crepaccio, c’è un piccolo altare dedicato alla Vergine di Guadalupe alla quale i tuffatori si raccomandano prima di lanciarsi. Si tratta di una tradizione che ha avuto origine 85 anni fa, quando i pescatori locali – con questa gara – volevano ostentare la loro forza e virilità. Oggi si svolge tre o quattro volte al giorno, in modo da intrattenere i turisti locali. Ad Acapulco essere un tuffatore è molto spesso una professione ereditaria, tramandata di padre in figlio. (c.p.)

 

ph. I tuffatori dalla Quebrada di Acapulco

 

Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 44, acquistabile qui in versione cartacea e in digitale.

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