Cina, la Festa di metà autunno e i pasticcini della corruzione – di Nicoletta Pisanu

Furti per sedurre gli amanti e torte per corrompere i pubblici ufficiali. Ogni anno, il quindicesimo giorno dell’ottavo mese del calendario lunare cinese, in occasione della celebrazione di Zhongqiujie, la Festa di metà autunno, rubare è consentito, per una notte, alle ragazze di etnia dong, una delle cinquantasei minoranze presenti in Cina. Perché non è un reato, ma una tradizione e un modo per esprimere i propri sentimenti. In alcuni villaggi dell’Hunan, provincia della Repubblica popolare di Cina, nella contea autonoma di Xinhuang, le donne portano avanti il rito del Tou yuèliàng cài, che letteralmente significa rubare le verdure della Luna. Le signorine dong sottraggono verdure dagli orti degli uomini amati per mostrare il loro interesse, le donne sposate invece portano via la frutta dai giardini altrui in segno di buon auspicio per una prole forte e sana. Questa tradizione dei villaggi Dong si inserisce nel contesto di una tra le festività più sentite in Cina. La Festa di metà autunno si celebra dall’epoca Tang (618-907), ma trae le sue origini da funzioni ancora più antiche: rituali legati alla venerazione della Luna svolti nello stesso periodo dell’anno vengono citati in alcuni testi risalenti alla dinasta Zhou occidentale, approssimativamente dal XI secolo avanti Cristo, per esempio nel Libro dei riti, uno dei classici del canone confuciano che descrive l’etichetta e le feste pubbliche dell’epoca, in particolare nello Zhouli, il libro delle cerimonie dell’epoca Zhou.

Ma se il furto da parte delle ragazze dong è accettato con benevolenza, tanto che la tradizione viene raccontata con orgoglio anche sul sito internet istituzionale della provincia di Hunan, l’atteggiamento non è lo stesso nei confronti di altri illeciti. Poche settimane fa il governo cinese ha avviato una campagna per combattere la corruzione con una raccomandazione diramata dalla Commissione centrale per l’ispezione disciplinare, ripresa dall’agenzia Xinhua: “E’ usanza organizzare banchetti e regalare dolci, o dal ripieno salato, durante la Festa, i pasticcini chiamati mooncakes. Ma la Commissione è preoccupata che la Festa possa essere usata come una copertura per corrompere”. Qual è il rischio? Che quei “mooncakes”, i dolci della luna appunto, diventino qualcosa di simile alle “mazzette”. Come? La torta della luna è il dolce tradizionale della festa, si prepara in tutta la Cina seguendo ricette diverse. Nella sua forma tradizionale rappresenta un fiore e al centro – incisi nella pasta – ci sono disegni e auguri. I ripieni sono a discrezione della fantasia del pasticcere, dalla marmellata di semi di loto alle uova. Come si può capire dagli ingredienti non è un dolcetto particolarmente costoso, ma il suo contenitore può essere realizzato in oro e lo stesso impasto del dolce può nascondere al suo interno oggetti preziosi. Ecco perché la Commissione centrale ha invitato le persone a denunciare episodi di spese eccessive durante la cerimonia, coinvolgendo i cittadini nella lotta alla corruzione.

La-Festa-di-meta-autunno-in-Cina-1000x600La tradizione vuole che il giorno della festa l’arciere Houyi, che abita sul Sole, vada a trovare la moglie Chang’é, ascesa alla luna insieme al suo coniglio dopo aver inghiottito la pillola dell’immortalità. In base a questa leggenda, la festa è considerata un’occasione per tornare in famiglia, la luna piena ricorda la tavola tonda attorno cui si riuniscono i propri cari nel paese natio per pranzare insieme. In epoca Tang, quando la poesia assunse uno spirito lirico basato sull’osservazione della bellezza della natura allo scopo di individuare un connubio con il proprio stato d’animo, diversi autori cantarono la luna associandola alla malinconia per la propria terra lontana. Tra questi il celebre poeta Li Bai (701-762), che nella lirica “Pensieri di una notte tranquilla”, scrive: “Bagliori e chiar di luna, lì, davanti al mio letto/ c’è forse della brina, al suolo o sul terreno?/ Se alzo la mia testa, guardo il chiaro di luna/ e, se l’abbasso, penso al villaggio natìo”. Ancora oggi, migliaia dipersone in Cina lasciano le grandi città per riversarsi nei paesi di provenienza e andare a trovare le proprie famiglie. Le compagnie ferroviarie e aeree si adeguano, la Guangzhou railway group, ad esempio, ha previsto per quest’anno un totale di 15,7 milioni di passeggeri per la settimana appena trascorsa, con una media di oltre 1,2 milioni di persone al giorno, motivo per cui la compagnia ha annunciato l’aggiunta di diciotto treni per meglio gestire la folla. Solitamente poi sui treni e sui velivoli, qualora la tratta fino alla propria meta duri diverse ore, viene servito cibo gratuitamente ed è possibile usufruire di acqua calda per preparare il tè, il costo del biglietto dipende dal convoglio scelto in base all’orario di percorrenza e dalla classe. Ma non si torna a casa a mani vuote. Frequentemente in occasione delle feste in Cina si vedono persone caricare sui treni borsoni colmi di regali per i famigliari, spesso i giovani si indebitano pur di portare qualche dono di valore al paese. L’importante è non perdere la propria reputazione, a causa di un comportamento irrispettoso o sbagliato.

 

 

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