Numero 40

12.00

Con il numero 40 si chiudono i primi dieci anni di Reportage, una strada lunga e faticosa, che ha toccato 124 Paesi diversi, ma che è stata ricca di soddisfazioni. Festeggeremo il decimo compleanno con il numero di gennaio, un video speciale sulla nostra storia e una festa alla quale sarete tutti invitati. Ma ora parliamo di questo numero, che copre il trimestre ottobre–dicembre 2019.

Descrizione

comunicato Reportage n.40

Con il numero 40 si chiudono i primi dieci anni di Reportage, una strada lunga e faticosa, che ha toccato 124 Paesi diversi, ma che è stata ricca di soddisfazioni. Festeggeremo il decimo compleanno con il numero di gennaio, un video speciale sulla nostra storia e una festa alla quale sarete tutti invitati. Ma ora parliamo di questo numero, che copre il trimestre ottobre–dicembre 2019. L’apertura è dedicata ai trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino. Che cos’è oggi Berlino, qual è la sua vera identità? Rispondono a queste domande Alessandro Alviani, l’autore del pezzo, che vive  Berlino da molti anni, e – con le sue foto – Flaviana Frascogna. Il reportage successivo parla invece della Russia: Cecilia Ricchi racconta le donne alcolizzate di Ekaterinburg, una vita dura, spesso accanto a uomini anch’essi dediti all’alcol.

Con le parole di Chrstian Elia e le foto di Camilla de Maffei ci spostiamo poi in Kosovo, un Paese uscito dalla guerra, ma ancora tutto da decifrare, dove si sta verificando uno scontro generazionale sul modello di cambiamento. Micaela Latini, germanista, rievoca invece la Vienna dei caffè letterari, ricorda gli artisti e gli scrittori che li frequentavano, cita un passo emblematico di Thomas Bernhard. E ci dà una pessima notizia: uno dei più noti locali storici chiuderà e sarà soppiantato da un supermercato.

Francesca Del Boca e la fotografa Federica Cocciro hanno invece scoperto l’esistenza in Italia di numerosi centro di assistenza per uomini che hanno esercitato violenza sulle mogli e compagne, i “maltrattanti”. In questi centri, a Milano, Torino, Genova e altre città italiane si tenta il recupero e la rieducazione di questi individui al rispetto della donna. Il portfolio centrale è di Davide Bertuccio, il quale testimonia con le sue foto la vita degli ultimi sassoni della Transilvania, dopo che gran parte di loro sono rientrati in Germania.

Ci spostiamo poi oltre Atlantico, in Colombia, dove una parte delle Farc ha ripreso la lotta armata dopo il “tradimento” della pace di tre anni fa, data a partire dalla quale – peraltro – sono stati assassinati oltre 300 attivisti sociali (le foto e il testo sono di Samuel Bregolin). Che cosa sappiamo, invece, del Guatemala? Ce lo spiega Michela Cannovale, la quale racconta di un Paese dove oggi è forte l’emigrazione per via del crollo del prezzo del caffè e il cambiamento climatico che non aiuta le colture. Un pezzo a sfondo storico è quello di Stela Xhunga, la quale racconta il Congo, da quando, nelle Expo universali e non solo, i colonialisti belgi allestivano i cosiddetti “zoo umani”, piccoli villaggi recintati con all’interno famiglie di congolesi, che il visitatore occidentale non si stancava di irridere. Ancora dedicato all’Africa è il reportage, dal Gambia, di Marco Simoncelli e Davide Lemmi: anche qui sono arrivati i cinesi, in questo caso con tre grandi fabbriche di farina di pesce con l’inevitabile inquinamento dell’aria e del mare delle loro lavorazioni, che peraltro hanno sconvolto il mercato della pesca del piccolo Paese africano.

Il secondo portfolio è firmato da Piero Papa, che ci porta in giro per la steppa del Kirghizistan, un luogo di grande bellezza, che sta tentando di orientare l’economia verso un turismo sostenibile. Il numero si chiude con un racconto inedito di Helena Janeczek, premio Strega 2018. Non mancano le pagine delle recensioni librarie, la rubrica “Un autore, un libro” di Maria Camilla Brunetti (lo scrittore intervistato è Stefano Gallerani, che ha scritto di Buenos Aires), nonché quella di Valerio Magrelli. La foto vintage è dedicata alla strage di piazza Fontana, avvenuta 50 anni fa; l’editoriale di Riccardo De Gennaro dice dell’ascesa e della caduta di Matteo Salvini.