Grecia tenuta in ostaggio anche dopo i sacrifici – Reportage di Matteo Tacconi – Fotografie di George Georgiou

 

 

 

 

 

 

 

 

Reportage di Matteo Tacconi
Fotografie di George Georgiou
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Crescono la disoccupazione, le tasse, le bancarotte, i suicidi, i prezzi dei generi alimentari e dei carburanti; peggiora la salute, si restringe l’accesso alla sanità, si tagliano i salari e le pensioni. Ci vorranno anni, prima che si possa tornare a una situazione “normale”. Qualcuno dice almeno dieci. Il doppio, ipotizzano altri. Non è soltanto un problema economico. La Grecia di oggi è sfilacciata e triste, frustrata e angosciata e Atene, cinque milioni di abitanti a fronte degli undici complessivi a livello nazionale, è il grande frullato di questi sentimenti. Il paradosso è che, nella capitale, la crisi non si fa inquadrare facilmente. Perlomeno nel centro città. L’impressione iniziale disattende lo scenario di una città inginocchiata che ci si aspetterebbe di vedere. Specie se si capita da queste parti in quei rari giorni in cui non ci sono scioperi o proteste.

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